sabato 13 settembre 2014

La LIM è morta viva la LIM

Nell'ultimo documento presentato dal Presidente del Consiglio e intitolato significativamente "La buona scuola", vi sono alcuni riferimenti all'innovazione digitale nella scuola italiana.
Il passaggio che sicuramente merita una particolare attenzione è quello dedicato alla LIM e, attraverso essa, allo sforzo compiuto dai governi precedenti nel settore della scuola digitale.
Cito: "Il processo di digitalizzazione della scuola è stato troppo lento, non solo per mancanza di risorse pubbliche. Abbiamo anche investito in tecnologie troppo “pesanti”, come le Lavagne Interattive Multimediali (le famose “LIM”), che hanno da una parte ipotecato l’uso delle nostre risorse per innovare la didattica, dall’altra parzialmente “ingombrato” le nostre classi, spaventando alcuni docenti."
Quindi il processo di digitalizzazione della scuola italiana è stato inadeguato perché abbiamo sbagliato a puntare sulla LIM? Ma elenchiamone i motivi:
a) troppo costosa
b) tecnologia ingombrante
c) spaventa i docenti (?)
Il dibattito sulle LIM è sempre stato vivace anche prima del 2009; anno in cui il ministero decise di accelerare sull'innovazione digitale a scuola proponendo, fra altre azioni, anche il cosiddetto Piano LIM.
Fin da allora, dicevo, le funzioni e le potenzialità della LIM furono esplorate, condivise e criticate in modo molto attento sia sul versante della didattica sia su quello dell'apprendimento senza trascurare gli aspetti più propriamente tecnici, gestionali e amministrativi.
A questo proposito devo dire che le pecche rilevate dal Presidente non sono neanche tra quelle più originali: a tutti, commentatori e utilizzatori, apparve subito evidente che "un'ingombrante" tecnologia d'aula come la LIM non avrebbe raggiunto nessuno dei suoi obiettivi se non si fosse resa nel più breve tempo possibile “trasparente”.
La leggerezza auspicata faceva riferimento non solo alle urgenti abilità che richiedeva ma anche alle competenze programmatiche necessarie affinché, almeno nel medio periodo, la LIM potesse alimentare sia il patrimonio strumentale sia l’esperienza progettuale a disposizione degli insegnanti.
É accaduto tutto questo? Probabilmente non nel modo né nei numeri sperati.
C’è tuttavia da rimarcare che in qualche realtà la LIM non solo non ha faticato ad inserirsi nelle attività formative quotidiane ma anche contribuito a consolidare buone pratiche e motivare spunti innovativi.
In alcuni casi ha modificato l’approccio verso le tecnologie digitali e, quasi come un cavallo di Ilio, ha addirittura convinto molti istituti scolastici ad investire per superare lo stato di arretratezza e obsolescenza in cui versavano.
Casi felici che non fanno statistica? A ben vedere, sono i casi in cui la tecnologia è stata percepita subito come un’opportunità, un valore aggiunto; sono le scuole dove dirigenti e insegnanti hanno voluto e saputo accettare una nuova sfida soprattutto perché coinvolti nelle diverse fasi delle esperienze.
Credo anche che non siano poi così poche quelle realtà dove le tecnologie digitali si sono bene integrate nei contesti formativi anche perché in molti sono stati capaci di muoversi in modo autonomo spendendo motivazioni e competenze proprie. 
Insomma una tecnologia per essere ingombrante non deve avere necessariamente le dimensioni della LIM, né il suo costo; è sufficiente una penna USB di pochi euro che nessuno ha ordinato e di cui nessuno sa cosa farsene.
I contesti che nonostante gli investimenti sembrano aver fallito sono a mio avviso quelli dove l’innovazione è stata più subita che richiesta; sono quegli ambienti in cui sono piovuti beni strumentali lontani dalle possibilità, dai desideri e dalle esigenze dei loro utilizzatori.
Infine bisogna pure tener conto di quelle resistenze, non necessariamente rilevabili solo nel corpo docente, che nella stragrande maggioranza dei casi hanno fatto di tutto per far fallire qualsiasi cambiamento, non solo quello riguardante la LIM.
Senza dubbio l'essere innovatori non dipende dal possesso di una LIM ma farne ora il capro espiatorio mi sembra non solo sbagliato, per i motivi che ho accennato, ma anche inquietante.
Questo improvviso giudizio di valore sulla LIM poco strutturato e giustificato appare più come una concessione ad una certa concezione tradizionalista della scuola che una vera e propria riflessione scientificamente validata.
A pensare male appare come un nuovo disimpegno dato che una connessione veloce per tutte le scuole d’Italia non mi sembra un grande obiettivo; anzi temo che una connessione alla rete per tutti i cittadini sia ormai il grado zero di una seria agenda digitale.

venerdì 5 settembre 2014

Chromecast alla Lim


Proprio ieri mattina ho incominciato a testare i dispositivi e le nuove attrezzature che insieme ai colleghi avevamo deciso di acquistare per la nuova classe digitale.
Fra le diverse soluzioni che abbiamo immaginato per mantenere un alto indice di interattività operativa fra i strumenti presenti in aula (tra cui 30 tablet!) c'è anche il recente dispositivo presentato da Google: Chromecast.

Quella che sembra solo un'elaborata chiavetta USB è invece un mini sistema operativo pensato principalmente per lo streaming dei contenuti multimediali sul televisore. In altre parole attraverso la nostra rete wifi si instaura una sorta di ponte fra la Rete e la TV sulla quale si possono riprodurre filmati, immagini, musica e altro controllando il tutto attraverso il PC, lo smartphone o il tablet.
Per maggiori approfondimenti si può fare riferimento al sito ufficiale o alle migliaia di tutorial che già popolano la rete: è sufficiente un banale ricerca con google.
Ancora più interessanti sono gli sviluppi di questa tecnologia dato che proprio in questi mesi ha aggiunto una interessante funzione di screen mirroring; purtroppo ad oggi è abilitata solo per alcuni dispositivi ma sembra che presto possa essere estesa almeno ai dispositivi attrezzati con Android 4.4 KitKat.
Ci sono tuttavia numerose apps che cominciano a supportare il sistema.
Una di queste è CastPad che consente di disegnare sul telefono o sul tablet visualizzando il tutto in tempo reale sul televisore o su altri dispositivi collegati a Chromecast.
Il sistema attiva così comodi e veloci schermi di proiezione controllati magari da un tablet sul quale si può scrivere, disegnare, importare immagini e altro, tutto in mobilità e senza l'ingombro di cavi o ingombranti mezzi tecnici.
Aspettando che ChromeCast permetta il mirroring diretto anche dei nostri tablet :(  ho anche provato Chromecast alla porta HDMI del proiettore della LIM.
Le potenzialità del sistema sono subito evidenti se si tiene anche conto del fatto che, alla stessa sessione di lavoro, possono accedere tutti coloro che, avviata CastPad, condividono la connessione a ChromeCast.

Il video in testa al post  dovrebbe illustrare meglio ciò che dico e per questo va un ringraziamento all'autore con un bel link al suo canale.
E' insomma sufficiente avviare CastPad per avere una comoda e ubiqua lavagna condivisa!