mercoledì 15 febbraio 2012

Un post dal passato. Human: anatomia in 3D

Da quando le ultime versioni dei browser più noti hanno incominciato a supportare standard 3D, è sempre più facile reperire in rete qualche applicazione che ne fa uso.
In ambito educational una delle più note è senza dubbio Google Body (ora Zigote-Body) che attraverso una simulazione tridimensionale del corpo umano permette di esplorare e isolare parti e funzioni anatomiche. Rimanendo nel settore medico-scientifico molto interessante è anche l'applicazione Human.
Ancora in fase beta Human si presenta come un'applicazione molto curata dal punto di vista grafico e, oltre alle magie del 3D, sembra aggiungere molte utili caratteristiche di analisi, studio e personalizzazione.
Insomma non solo un'alternativa ma uno strumento che senza dubbio troverà posto nella nostra cassetta digitale degli attrezzi .

sabato 11 febbraio 2012

Riflessioni didattiche - parte seconda

"Adottare" una LIM, in classe non è solo una questione di innovazione tecnologica. Come ho già avuto modo di osservare la sfida più impegnativa non riguarda strettamente le prestazioni e le competenze legate alla macchina ma la trasformazione, anche più complessa, di un certo modo di interpretare il proprio ruolo di docente, le proprie specificità didattiche, il lavoro di progettazione delle attività di apprendimento.
L’adozione di ogni nuova tecnologia influenza sempre nel profondo tutte le attività umane ad essa connessa, spesso lasciando intravvedere nuovi obiettivi o nuove soluzioni per vecchi problemi oppure, nei casi più fortunati,  portando innovazioni difficilmente prima immaginabili.
Se assumiamo questa prospettiva apparirà subito chiaro, così come scoprono presto i colleghi che hanno già avuto modo di confrontarsi, che l’ostacolo maggiore non sono le poche competenze specifiche al funzionamento della LIM, ma proprio il sentiero accidentato e poco battuto delle pratiche inusitate che in realtà stimola; pratiche lontane dalle rassicuranti esperienze consolidate, alle quali pure va riconosciuto il merito di essere funzionali ad un modo d’intendere e praticare la scuola.
In questo contesto, pur senza sbilanciarsi in giudizi di merito che non aggiungono nulla di positivo a questa discussione, adottare una lavagna interattiva multimediale nella propria classe significa prima di tutto raccogliere alcune importanti sfide che la modernità ha posto e porrà in modo sempre più pressante all’istituzione scolastica in generale, all’insegnante e alla sua professionalità in particolare.
Bisogna di conseguenza partire da una riflessione che impegni il docente ad investigare come le tecnologie digitali possono essere sfruttate a supporto della propria crescita professionale (accesso ai saperi, partecipazione a comunità online o ad attività di formazione in cui si faccia uso degli stessi strumenti tecnologici, ecc.) prima ancora di produrre lo sforzo della mediazione didattica.
Questa predisposizione, che va oltre la semplice acquisizione di competenze tecniche, permetterà la significativa mutazione del mezzo tecnologico in forma di espressione, in una serie di nuovi linguaggi con i quali tradurre le conoscenze e riorganizzare i saperi.
La trasformazione del dispositivo tecnico in linguaggio è la condizione necessaria affinché nell’innovazione si possa scorgere quel valore aggiunto che giustifica il costo professionale che implica ogni tipo di cambiamento.
Il dato tecnico è quindi solo uno dei risultati attesi, anzi quello più marginale; la vera risorsa è la ricchezza espressiva, sia in senso multimediale sia nel senso plurivoco, condiviso e distribuito proprio della Rete.

mercoledì 8 febbraio 2012

L'energia in un ebook

Proprio ieri sul sito web della classe è stato pubblicato un interessante lavoro fatto dai ragazzi durante le ore di Tecnologia.
La collega Nadia Brunetto, ispiratrice, curatrice e ideatrice dell'attività ha guidato le ricerche degli allievi alla realizzazione di un libro digitale sull'energia.
Si tratta di un lavoro interessante anche per le caratteristiche tecniche del prodotto che presenta tutta la ricchezza dell'interattività e della multimedialità.
L'interfaccia è quella classica del libro, con le pagine che si sfogliano ma con elementi e file di diverso tipo: testi, immagini, file audio, video e tutta la versatilità delle animazioni Flash.
Il compito è stato molto stimolante e gratificante per gli allievi che hanno visto i loro sforzi realizzarsi in un ebook da condividire e consultare in rete.
Il software adoperato è Didapages e il suo utilizzo è gratuito solo per l'uso educativo e non commerciale.
Buona lettura :)

martedì 7 febbraio 2012

Safer internet day 2012

Oggi è il safer internet day 2012: la giornata europea dedicata alla sicurezza in rete dei Ragazzi.
Di sicurezza ne abbiamo parlato spesso anche nei post di questo blog ed è bene tenere alta la guardia anche se si ritiene di avere un buon grado di esperienza.
"Connecting Generations" è il tema scelto quest'anno poiché l’obiettivo è quello di incoraggiare la comunicazione tra adulti e bambini/adolescenti e di promuovere il dialogo tra generazioni sui temi dei nuovi media.
Le iniziative sono molte e differenziate su tutta la rete e probabilmente sarà sufficiente tenere d'occhio siti e blog informativi per averne un panorama dettagliato.
Per facilitarvi il compito vi segnalo qualche link già oggetto della nostra attenzione dove reperire materiale informativo o trovare risorse importanti sul tema.
Inoltre potete rileggere qualche post interessante sull'argomento: Nuovi compiti e cittadinanze, Sui rischi del web, Sicurezza online

mercoledì 1 febbraio 2012

Riflessioni didattiche - parte prima

Negli ultimi anni, almeno dall’inizio degli anni 2000, le applicazioni e le funzioni dei computer si sono totalmente evolute verso la rete che, da forma di organizzazione tecnica, è diventata principio organizzatore di nuovi rapporti nella cultura e nella società: qualcuno chiama tutto ciò web 2.0.
Al centro di questa evoluzione c’è “un approccio ‘filosofico’ alla rete che ne connota la dimensione sociale, della condivisione, dell'autorialità rispetto alla mera fruizione: sebbene dal punto di vista tecnologico gli strumenti della rete possano apparire invariati (come forum, chat e blog, che ‘preesistevano’ già nel web 1.0) è proprio la modalità di utilizzo della rete ad aprire nuovi scenari fondati sulla compresenza nell'utente della possibilità di fruire e di creare/modificare i contenuti multimediali.” [cit]
Le implicazioni sulla cultura in generale e sulla formazione in particolare sono enormi, non solo perché la pervasività del mezzo è veramente impressionante ma anche perché le potenzialità informative e comunicative che i ragazzi hanno oggi a disposizione rivoluzionano totalmente la loro rappresentazione del mondo, i loro schemi cognitivi, le modalità di costruzione e accesso al sapere.
Simili problemi non possono essere marginalizzati da tutti coloro che si occupano delle nuove generazioni, a maggior ragione se di loro si è, pur a diversi livelli, responsabili della loro formazione. 
Le stesse istituzioni, in particolare la Commissione Europea, fin dal 2006 con la “Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio” fino alla più recente “Agenda digitale europea” [15/05/2010]* segnalano e favoriscono tutte le iniziative che approfondiscono e diffondono la “digital literacy” nella consapevolezza che senza tali competenze non sarà possibile pensare e costruire la società del futuro.
In un simile contesto la scuola si gioca il proprio futuro, non solo per gli anacronistici sistemi vigenti, ma anche per quel che le rimane di credibilità e autorevolezza: una scuola che non sa parlare ai giovani e un’istituzione afasica e inutile; incapace di imporre un proprio modello, verrà sommersa dall’agenda di altri soggetti più o meno competenti.
La sfida non è semplice, anche perché il piano del confronto deve essere quanto prima rovesciato: non è possibile pensare alla prima istituzione culturale di un paese tenuta in scacco da un fattore che dovrebbe governare.
Fino a quando la scuola, a tutti i suoi livelli, non sarà in grado gestire i nuovi fenomeni tecnologici che condizionano l’informazione e la comunicazione abdicherà a ciò che, per il futuro, sarà il suo obiettivo primario: la pianificazione e la gestione del progresso.
Anche la scuola quindi deve assumere un nuovo atteggiamento volto ad interpretare l'alfabetizzazione tecnologica come “la capacità matura di partecipare in modo creativo, critico e responsabile alle scelte tecnologiche che sono al servizio della democrazia, della sostenibilità ambientale e di una società giusta” [cit.]