domenica 2 dicembre 2012

I popcorn di mozilla

Ritorno alla segnalazione di risorse trovate casualmente o meno in rete per un servizio che, pur uscito qualche tempo fa, sembra veramente molto  promettente per la anche per la didattica.
Mi riferisco a PopCorn Maker: un video editor che fa parte del progetto Webmaker, ideato da Mozilla (sì, la casa madre di FireFox!) per incentivare gli sviluppatori a sviluppare in HTML5 e per far vedere come sia possibile produrre applicazioni, anche complesse, usando il modello open source.
Il punto di forza di PopCorn Maker e che, pur essendo una sorta di video editor, permette di inserire all'interno del video stesso diversi elementi multimediali, dal testo all'immagine, da una pagina di wikipedia ad un mappa di google e altro.
Ne vien fuori una sorta di video arricchito che presenta, durante la narrazione audiovisiva, inserti di diverso genere, approfondimenti tematici e persino una discreta gestione dei tempi di fruizione, con l'inserimento di stop e pause. Il tutto naturalmente gestito e realizzato in tempo reale all'interno del browser.
PopCorn Maker insomma promette bene; speriamo solo che, come molti interessantissimi progetti open source, non sparisca nel business oscuro
del web.

giovedì 8 novembre 2012

Un post dal passato: Orientamento...scolastico

Per la serie, risorse accantonate e poi dimenticate, oggi vi parlo di Orientamento. Niente a che fare con mappe e bussole: riguarda la scelta della scuola superiore per i ragazzi di terza media, un passaggio importante nel quale spesso si corre il rischio di smarrirsi!
La provincia di Torino ha messo a disposizione un interessante documento che può dare una mano, sia ai ragazzi sia ai genitori, a comprendere meglio i cambiamenti dovuti alla riforma e approfondire le caratteristiche dei diversi istituti scolastici.
Si tratta di un bel file in pdf (i refrattari al digitale possono anche stamparlo) che si trova nella sezione "Istruzione formazione e orientamento" del sito oppure direttamente reperibile da qui.
Buona lettura.

mercoledì 17 ottobre 2012

Canali in scoop.it

Spesso i miei affezionati visitatori 8) giungono su queste pagine nella speranza di trovare qualche tool o web application che faccia il caso loro. A questo riguardo segnalo che, sulla sidebar del blog, sono attivi da qualche mese due box relativi a due canali da me curati su scoop.it.
Scoop.it è una interessante piattaforma di content curation: particolarmente indicata per raccogliere e condividere materiali online.
I canali sono due: il primo significativamente intitolato Didattica 2.0 e il secondo Mondo Android: quest'ultimo frutto delle recenti e prossime (spero!) sperimentazioni con tablet e smartphone.
In realtà entrambi svolgono lo stesso servizio: trovare, e catalogare app e web-app utili nel contesto scolastico.
La maggior parte delle applicazioni segnalate non sono state direttamente sperimentate; di alcune ne ho provato personalmente qualche funzionalità di altre ne ho solo intuito le potenzialità didattiche: quel che è certo sono tutte rigorosamente free e liberamente utilizzabili previa libera registrazione con un indirizzo mail.
Che aggiungere? Dategli uno sguardo e fatemi sapere!

sabato 22 settembre 2012

...continua

L'esperienza di questo blog continua. Lasciati i ragazzi della 3D al loro futuro, rimane un po' di nostalgia per la faticosa ma esaltante cavalcata di quest'ultimi tre anni.
Abbiamo tutti imparato molte cose su di noi, sulla fatica e la goia di imparare e di insegnare e tutto non poteva passare senza lasciar tracce; "come lacrime nella pioggia!".
E così, dopo aver trovato sul blog ancora i commenti dei ragazzi e dei colleghi, ho deciso che in fondo questo blog può ancora essere utile: prima di tutto a me.
Nel solco della tradizione quindi segnalo proprio un bel sito suggeritomi dalla mitica Prof. Emiliana Frescura! 
Si tratta di un sito sul quale vengono archiviati e catalogati moltissimi documentari in streaming sulla rete. Il sito, manco a dirlo, si trova su http://ildocumento.it/.
C'è un po' di tutto dalla storia alla psicologia, dai documenti verità a quelli sugli Ufo. Occorre naturalmente una selezione accurata rispetto al genere e all'attendibilità dei contenuti dei video prima di proporli in classe, ma il catalogo è veramente impressionante e potenzialmente in grado di soddisfare molte esigenze.

sabato 8 settembre 2012

A scuola per osmosi digitale

É proprio del 6 settembre un altro di quegli articoli sulla scuola che, nel tentativo di metterne in luce qualche aspetto innovativo, riflettono le superficialità e i pressapochismi che la dominano.
Questo cui mi riferisco poi ha l'aggravante di riportare e commentare affermazioni di politici, amministrativi e tecnici che, a vario livello, sono responsabili del buon funzionamento della scuola piemontese.
Il fatto è che ancora una volta promuovendo il progetto "scuola digitale" si crede di istituire fantomatiche e sedicenti "classi 2.0" spendendo milioni di euro per infornare un certo numero di pc, tablet, lim e altri dispositivi alla moda, nelle scuole.
Fa ancora più effetto se poi titolo e slogan ricorrenti recitano: "un tablet per ogni studente", riecheggiando così negropontiane memorie a cui, nonostante i fallimenti, molti sono ancora affezionati.
A me fa più effetto constatare quanto sia drammaticamente assente un piano di formazione completo e strutturato per i veri responsabili delle pratiche didattiche e dei processi legati all'apprendimento: gli insegnanti.
Non vorrei sembrare troppo critico soprattutto quando la scuola entra giustamente nell'agenda politica e si promettono investimenti. Mi piacerebbe al contratrio rimarcare quanto le recenti sperimentazioni nazionali, proprio nell'ambito "Scuola Digitale", hanno messo ovunque in evidenza e cioè che bisogna quanto prima favorire la transizione ad una nuova figura docente, ad una diversa organizzazione della scuola.
Può una scuola organizzata sostanzialmente in modo ottocentesco con immutabili rigidità logistiche, organizzative e disciplinari favorire processi e pratiche innovative? Gli insegnanti sono nelle condizioni migliori per trasformarsi da divulgatori a sperimentatori? Possono insegnanti (e non è solo una questione anagrafica) che a malapena aprono e controllano una casella mail sostenere addirittura una didattica digitale?
Dove, come e quando i docenti possono costruirsi una cittadinanza digitale piena ed effettiva?
Le questioni sono molte e spesso, come si può facilmente constatare, radicali visto che mettono in crisi la stessa organizzazione profonda del sistema scolastico italiano.
Possiamo essere sicuramente felici quando qualcuno decide di investire nella scuola, meno quando decisori di competenza e esperienza credono che basti avvicinare un ragazzo ad un tablet o ad un pc per averne immediatamente, quasi per una magica osmosi digitale, importanti ricadute formative. 

giovedì 14 giugno 2012

La classe nella Cloud 2

Il dato comune delle diverse esperienze effettuate nella sperimentazione cl@ssi 2.0 è l’utilizzo di una piattaforma di LMS (learning management system) o, più in generale, di CMS (content management system).
Era ampiamente prevedibile che le comunità, virtuali o meno, che si venivano costituendo avessero avuto bisogno di strumenti per gestire le esperienze, i contenuti e soprattutto le nuove interazioni “digitali”; il dato è tuttavia considerevole se si tiene conto che spesso diverse classi sono giunte alla medesima soluzione tecnologica, attraverso progettazioni indipendenti e talvolta anche molto diverse tra loro.
La nostra scelta, quella della scuola secondaria di primo grado “Piero Calamandrei” di Torino, è ricaduta su una soluzione semplice e gratuita che tuttavia poi si è rivelata caratterizzante l’ambiente di apprendimento che lentamente si è costituito.
Abbiamo infatti costruito la piattaforma integrando le diverse applicazioni offerte dall’azienda di servizi web: Google, principalmente nota per il suo motore di ricerca.
La scelta si è rilevata essenziale, funzionale e sufficientemente aperta, soprattutto all’integrazione di servizi di altre parti e dei nuovi gadget messi a punto dall’attiva comunità di sviluppatori che gira attorno a Google.
Per fare esperienza di questi servizi è sufficiente fornirsi di un account e procedere all’accesso direttamente dalla pagina principale del celebre motore di ricerca. Questa elementare operazione ci permette di accedere ad un certo numero di servizi tutti integrabili fra loro e totalmente aperti allo scambio e alla condivisione del lavoro e dei documenti.

sabato 19 maggio 2012

La classe nella Cloud


Queste sono le slide di un un documento in cui cerco di illustrare come a partire dalle modalità logistiche e gestionali del lavoro, le Google apps hanno profondamente modificato la didattica tradizionale con significative ricadute anche sui processi di apprendimento.
Prossimamente pubblicherò l'intervento più lungamente articolato!

venerdì 18 maggio 2012

Le immagini che parlano


Proprio ieri abbiamo ripreso il lavoro sul totalitarismo svolto poche settimane fa per approfondire alcuni aspetti e ripassarne i principali contenuti evidenziati. Il lavoro consisteva in una ricerca multimediale sugli aspetti pervasivi del regime fascista che non si faceva scrupoli nel condizionare e inculcare la sua ideologia nel lavoro, nel tempo libero e persino nella scuola.
Molte sono state le immagini trovate dai ragazzi, tante anche le foto che nella loro obiettiva evidenza meglio descrivono i tempi, le società e gli uomini.
Bisogna naturalmente saperle leggere! Così mi sono fatto aiutare da un servizio online speakingimage.
Il risultato è il documento incorporato in cima la post. É solo un tentativo di leggere un'immagine attraverso i simboli, le persone, le cose i gesti.
Credo che la web application si presti molto bene ad introdurre alla lettura attenta, consapevole e critica delle immagini.

mercoledì 16 maggio 2012

Una presentazione di PowerPoint su Blogger

Inserire una presentazione di PowerPoint su Blogger non è un'operazione immediata; a prima vista infatti sembra un'operazione impossibile dato che non esiste nessuna funzione di caricamento dedicata a documenti esterni che non provengano dalle apps di google. Caricare delle slide di PowerPoint sui docs di google non rappresenta tuttavia la soluzione migliore: si perdono infatti molte delle caratteristiche grafiche e la stessa modalità di presentazione.
Occorre quindi un sistema che incorpori il documento senza perdere le sue principali caratteristiche comunicative. La soluzione a portata di mano è Skydrive, il noto servizio con il quale anche casa Microsoft è entrata nel mondo del Cloud Computing.
Si tratta in sostanza di un servizio dove, oltre a memorizzare qualsiasi tipo di file, è possibile creare, modificare e memorizzare i noti documenti della altrettanto nota suite Office: tutto in modo gratuito.
Ma torniamo al nostro problema: come pubblico su blogger una presentazione in PowerPoint?
Supponiamo che abbiate attivo un account su SkyDrive; se non l'avete fatevelo al più presto! Se avete già creato e finito il vostro documento in PP caricatelo su SkyDrive; nella finestra principale c'è un tasto "carica" che vi permette di fare l'uploading di un file sul vostro pc.

Ora selezionate il vostro file PP e cliccate su incorpora come mostrato qui nei punti 1 e 2.
Comparira una finestra simile a questa

come si evince dal punto 3, occorrerà copiare e custodire bene il testo che c'è nel campo: quello è il codice che ci permetterà l'operazione di inserimento.

Ora rechiamo su Blogger e incominciamo a lavorare sul nuovo post.
Entrati nella solita finestra di scrittura del post dobbiamo passare in modalità html; con il tasto indicato dal punto 4. 

Inseguito (punto 5) incolliamo nello spazio del testo il codice copiato al punto 3. 
Se abbiamo svolto tutto correttamente premendo il tasto "scrivi" (punto 6) dovremmo trovarci davanti qualcosa del genere. 

Al punto 7 è evidenziato il documento di PP inserito nel post. Non ci resta che finire di scrivere il post e pubblicare. 
Provare per credere!

sabato 12 maggio 2012

Riflessioni didattiche - parte quarta

La pratica quotidiana con le tecnologie digitali e i servizi web ha lentamente coinvolto tutti i ragazzi, anche coloro che inizialmente erano più distanti per competenze e condizioni sociali e culturali.
Tutte le attività didattiche e di apprendimento sono state arricchite, sia nei contenuti sia nelle forme, dalle potenzialità tecnologiche presenti in classe.
Gli stessi alunni hanno giocato un ruolo di primo piano soprattutto nella sperimentazione di canali, media e servizi di rete vicini alle loro necessità espressive e attitudini creative.
All’utilizzo dei noti software di produzione si sono affiancati molte web-application per l’elaborazione grafica, per la realizzazione di mappe concettuali, presentazioni multimediali ecc.
Il valore aggiunto delle esperienze effettuate è stato la facilità di condivisione e socializzazione propria di questi servizi del web 2.0. Il carattere “Social” della maggior parte delle esperienze formative è stato infatti l’innovazione sostanziale introdotta nelle pratiche formative della classe.
Potenziata attraverso l’uso della piattaforma free delle Google Apps, l’attività didattica, soprattutto nei suoi aspetti logistici, ha giovato delle caratteristiche tecniche del cloud computing, mentre le modalità di apprendimento si potenziavano nelle nuove relazioni che si andavano costituendo.
L’ambiente di apprendimento ha favorito infatti l’emergere di nuovi rapporti non solo fra gli alunni ma anche fra loro e i docenti e i saperi che circolano, anche inconsapevolmente, nei nuovi spazi condivisi.
Ancora più evidenti le innovazioni e le ricadute rispetto alle pratiche e ai linguaggi.
Le attività digitali di produzione e navigazione stimolate e guidate dall’attività scolastica hanno fatto in modo che questa contaminasse spazi mediali e virtuali non tradizionalmente di sua pertinenza.
Sono stati inoltre “invasi territori” e modalità comunicative come i giochi, i documentari e la tv, i social network, le chat, la musica pop ecc. che sono entrati a tutti gli effetti nelle esperienze comuni di apprendimento.
Un esempio caratteristico è l’utilizzo dei canali personali degli studenti sul noto sito di video sharing “YouTube” per conservare e condividere filmati realizzati per, e con la scuola.
La pluralità dei codici in gioco inoltre ha fatto sì che i linguaggi, dai tradizionali canali verbali alle avanzate ricostruzioni in 3D, si incrociassero in una combinazione espressiva non solo ricca e diversificata, dalle eccellenti potenzialità inclusive, ma anche più vicina allo stile cognitivo ed emotivo dei ragazzi.
Molti gli usi anche di software specifici, ad iniziare da quelli caratteristici della LIM a quelli per il montaggio video, per la creazione di ambienti e gallerie 3D, per la realizzazione di presentazione multimediali, di e-book ecc.
Dare conto di tutte le attività specifiche sarebbe lungo e complesso ma uno sguardo ai materiali conservati sulle pagine del sito può dare un’impressione soddisfacente del lavoro svolto.
La prossimità delle tecnologie, presenti e pronte all’uso in aula, e la graduale autonomia gestionale che i ragazzi hanno assunto senza grandi difficoltà nella cura e manutenzione dei dispositivi, sono stati senza dubbio un altro dei fattori di successo dell’esperienza.
Tutto ciò ha sicuramente rafforzato alcune competenze tecniche specifiche ma soprattutto il senso di responsabilità generale e la graduale coscienza di far parte di una comunità coinvolta in una esperienza personale e umana unica e dall’alto valore formativo.

martedì 1 maggio 2012

1° Maggio - Festa dei Lavoratori


Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

mercoledì 25 aprile 2012

É arrivato Google Drive

Ai più attenti non sarà sfuggito un aggiornamento importante per il noto servizio Google Docs; l'innovazione è molto significativa dato che a Mountain View hanno deciso addirittura di cambiargli il nome e passare a Google Drive.
Prima che in classe, dove utiliziamo moltissimo il servizio, si scateni del panico ingiustificato proviamo subito a vedere quali sono i cambiamenti più signicativi.
Per accedere al nuovo servizio e sufficiente, come al solito, l'account personale di Google e collegarsi a http://drive.google.com; potrebbe anche arrivarvi un messaggio e proporvi subito di sperimentare il servizio. In ogni caso una volta passati a Drive c'è sempre la possibilità, almeno per ora, di ritornare alla visualizzazione classica.
La prima novità riguarda l'organizzazione dei file che si organizzano essenzialmente sotto due visualizzazioni: "I miei file" e "Condivisi con me". Le voci sono sufficiemente indicative e rispondono alla vocazione principale del servizio che è rimasta sempre la stessa: la condivisione e la modifica cooperativa dei file.
In sostanza da una parte troviamo i documenti creati da noi e dall'altra quelli condivisi con altri; distinzione che si può superare trasciando semplicemente un file da una visualizzazione all'altra, trasformandolo quindi da condiviso a personale.
La cartella personale in questa versione del servizio riveste un ruolo particolare perché la novità più importante è quella di poter sincronizzare i file personali remoti in una cartella locale, denominata di default Google Drive, attraverso un'applicazione liberamente scaricabile e caldamente consigliata da Google stesso.
In sostanza ogni volta che questa applicazione è attiva sul nostro pc ogni variazione e modifica dei file remoti comporta automaticamente l'aggiornamento della nostra cartella locale. Poiché l'applicazione può funzionare su diversi dispositivi, tablet compresi, è immediato immaginare quanto più facile risulti ora tenere in ordine il proprio spazio documenti e averne sempre una versione aggiornata sul proprio desktop attraverso una cartella virtuale. La nuova versione è naturalmente corredata anche da altre interessanti novità fra le tante segnalo: l'indicizzazione delle parole anche nei documenti scansionati, mediante tecnologia OCR (Optical Character Recognition); il riconoscimento delle immagini, in virtù del quale una comune foto della Mole Antonelliana potrà essere indicizzata sotto la voce Torino.
Tante sono ancora le novità ma sto testando il servizio solo da ieri e se vi sarà ancora qualcosa di notevole, almeno dal punto di vista didattico, tornerò a parlarne!

Festa della Liberazione

Torino. Operai armati alla Fiat Ferriere nel corso della liberazione della città. Aprile 1945
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità della nazione, andate là, o giovani, col pensiero, perché là è nata la nostra costituzione.

(Piero Calamandrei, Discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza. Milano, 26 gennaio 1955)

lunedì 23 aprile 2012

Novità in DropBox

Molto interessante e assolutamente da segnalare è la nuova funzione nel noto sito di file hosting DropBox. Sto sperimentando proprio in queste ore l'ultima novità degli sviluppatori del servizio che hanno deciso, finalmente, di lanciarlo nell'affollato mondo del file sharing. Infatti ora all’utente sarà possibile inviare un link diretto al file e/o ad intere cartelle senza dover per forza utilizzarne una specifica: in particolare la Public, com'era finora.
Basterà quindi segnalare il link del file in questione per averlo a portata di mano, anzi di dispositivo! Inoltre il link, essendo pubblico, può essere raggiunto anche da chi non possiede ancora (chissà come mai!?) un account su DropBox.
Per i formati più noti è anche disponibile una comoda preview che permette di prendere visione del documento incorporato nella stessa pagina web dell'url, per poi eventualmente passare al download oppure inviarlo direttamente al proprio spazio Dropbox.
Non c'è che dire un'ottima iniziativa che rende il già comodo DropBox un importante punto di riferimento nella Cloud!

martedì 10 aprile 2012

Ancora sul social bookmarking

Del social bookmarking ne avevo parlato già qualche tempo fa mettendo in evidenza le potenzialità sociali e culturali della condivisione e della catalogazione dei segnalibri.
É del tutto ovvio che l'attività del tagging riveste un ruolo fondamentale nelle operazioni di bookmarking.
L'azione di apporre un'etichetta di testo alle risorse web non solo ci permette di riscattare l'intervento umano in operazioni solitamente riservate ad algoritimi ma è una prima operazione di senso, perché isola forme e contenuti, classificandoli e ordinadoli secondo possibili percorsi di lettura/navigazione.
Fra i servizi più noti c'è sicuramente il redivivo Delicious, ma ormai da qualche tempo si sta affermando un servizio dalle caratteristiche molto interessanti:Diigo. 
Non posso purtroppo riferirvi di "prove sul campo"; ho scoperto le funzionalità di Diigo quando, circa un anno fa, in casa Yahoo trapelava l'intenzione di chiudere Delicious e quindi eploravo il web alla ricerca di un servizio alternativo.
Troppo tardi per divulgarlo tra i ragazzi della classe sperimentale che sicuramente ne avrebbero apprezzato la funzionalità e scoperto inedite e creative applicazioni
Diigo è una web application che oltre alle normali funzioni di bookmarking permette di isolare e salvare parti di una pagina web (web clipping), del testo, immagini ecc. , inserire post-it e note, evidenziare pagine e parti di testo per salvarle o leggere poi inseguito a navigazione ultimata.
La ricchezza di Diigo va anche oltre a queste poche righe che vi ho dedicato anche se credo che queste siano sufficienti a rendere un'idea significativa dell'utilità che la web application potrebbe avere in diverse attività in ambito educational.
Se a tutto a ciò si aggiunge il carattere "social" che Diigo mantiene attraverso la creazione di network personali e gruppi di lavoro nei quali creare e scambiarsi le info e i bookmark è ancora più evidente quale valore possa apportare l'applicazione nelle nostre abitudini di navigazione.
Per me è già diventato un servizio insostituibile.

martedì 27 marzo 2012

Riflessioni didattiche - parte terza

La rappresentazione dell’insegnante come unico depositario della conoscenza, dell’informazione ufficialmente riconosciuta, non solo non è più appetibile ma neanche più sostenibile.
Il docente sembra destinato ad un ruolo di mediazione forse ancora più impegnativo, perché richiede una figura professionale capace di costruire saperi condivisi in contesti di apprendimento nello stesso tempo autonomi e collettivi. Nel tentativo di raggiungere quell’obiettivo sempre vagheggiato ma quasi mai raggiunto di “ ‘meta-formare’, ossia di sfruttare l’occasione dell’uso di certi metodi e strumenti basati sulle risorse 2.0 per farli acquisire abitualmente agli studenti a vantaggio del loro processo di apprendimento continuo lungo l’arco della vita.” [cit]
Ancora più insostenibile è ormai l’immagine dell’insegnante divulgatore, del professore che pur compiendo un enorme lavoro nel presentare in modo comprensibile gli argomenti, proietta un’immagine di sé paludata e immobile, incapace di cogliere l’innovazione.
La credibilità e l’autorevolezza dell’istituzione scolastica è messa in pericolo prima di tutto dalla mancanza di una visione organica della formazione, dalle carenze strutturali e gestionali della scuola italiana ma anche da una figura docente che si è cristallizzata, talvolta in modo inconsapevole, attorno ad un ruolo oramai anacronistico.
Oggi è ancora possibile ascoltare una qualsiasi lezione strutturata, gestita e condotta così come veniva gestita e condotta venti o trenta anni fa, a generazioni di studenti, magari già poco coinvolti allora, totalmente differenti, diversi nella formazione, nei desideri e nelle speranze.
In questo contesto, dove sono mutati i modi e i linguaggi per accedere alla conoscenza, l’insegnante non può solo fare affidamento sui saperi tradizionali con il grave rischio di allargare la frattura fra essi e i gli stili di apprendimento prevalenti.
Occorre al contrario valorizzare i nuovi formati, sfruttando tutti i codici a disposizione affinché siano funzionali ad una continua ritraduzione dell’informazione e dei saperi in grado così di avvicinare diverse modalità cognitive.
Occorre sfruttare tutte le istanze creative, relazionali e sociali che emergono nei nuovi media perché facciamo da sfondo non più a classi di discenti ma a comunità di apprendimento dove lo scambio, la partecipazione e la condivisione siano gli elementi fondanti di un modo nuovo di apprendere.
Occorre quindi un formatore che impari a trasformarsi in architetto e interprete di questi ambienti operando un lavoro di raccordo tra le esperienze e i contributi alla crescita delle competenze generali. Un formatore in grado di incoraggiare ed esercitare una valutazione critica non solo sugli stimoli che provengono da ambiti metodologicamente appropriati ma anche da valutazioni eccentriche e poco coordinate.

sabato 17 marzo 2012

Prime Valutazioni

Fra qualche mese i ragazzi della classe 3D finiranno la loro esperienza nella scuola media e con loro finirà anche la sperimentazione Cl@ssi 2.0 che ci ha visto impegnati in questi ultimi tre anni.
Si sta avvicinando quindi il tempo dei bilanci e delle valutazioni, il momento in cui si cercherà di isolare le positività dell'esperienza dalle criticità che non si sono riuscite a risolvere.
Non ho ancora incominciato a rifletterci in modo sistematico né a radunare i documenti e gli appunti necessari ma ultimamente mi è capitato di ritornare spesso su una considerazione d'ordine relazionale e motivazionale.
Mi riferisco alla crescente, motivata e convinta responsabilizzazione dei ragazzi che sono stati capaci di gestire dispositivi e ambienti virtuali senza alcun rilevante incidente di percorso.
Uno dei timori iniziali era infatti la "speranza di vita" delle macchine: tutti i possibili incidenti causali o meno che avrebbero messo in crisi la funzionalità dei dispositivi con le conseguenti criticità d'ordine economico e disciplinare.
Molti timori vi erano anche verso le enormi potenzialità comunicative, sociali ed espressive che un uso quotidiano e ravvicinato della rete avrebbe naturalmente portato con sé.
Cominciando proprio da quest’ultimo punto è stato infatti abbastanza sorprendente come con il tempo i ragazzi abbiano addirittura ottenuto e gestito al meglio i permessi di amministratore per molti settori del sito web.
Quasi assenti i casi di uso improprio della rete sia a casa sia a scuola, benché i ragazzi, a dispetto dell’età, siano assidui frequentatori di noti social network e se abbandonati a se stessi vi ricorrano come antidoto alla noia e all’inoperosità.
Ancora più sorprendente è la spesa pari a zero della voce danni e manomissioni.
24 netbook, due videocamere, una fotocamera, una lim, costose casse audio, un microfono digitale, due stampanti, due notebook, periferiche e impianti elettrici ecc. insomma dispositivi e apparecchiature per 30mila euro senza che si sia registrata alcuna spesa per rotture e danni dolosi e/o accidentali; credo sia una specie di record, anche per un ambiente di adulti.
Pur senza disconoscere la parte che la fortuna ha giocato, si impongono una serie di riflessioni che mettono in discussione tutti gli stereotipi classici che accompagnano la scuola, le tecnologie digitali e i giovani.
Stereotipi che frequentemente scrivono dei ragazzi solo in negativo, delle tecnologie come elementi di disturbo e, infine, della scuola come un ambiente superato dalle necessità formative se non addirittura come fattore peggiorativo.
Trasformare un ambiente di apprendimento significa anche agire e rivedere le relazioni fondamentali fra i soggetti che lo costituiscono e lo abitano.
I piccoli impegni quotidiani di cura e manutenzione, la gestione collettiva e partecipata degli strumenti, il progressivo coinvolgimento attivo nei processi di apprendimento hanno fatto della classe una comunità consapevole e attenta al valore dell’ambiente in cui si muove e impara.
In questa sorta di ecosistema i dispositivi sono elementi interagenti; non sono solo “cose”, sulle quali scaricare tensioni e malintesi di varia natura, sono piuttosto strumenti capaci di veicolare un importante valore aggiunto nelle motivazioni, nelle relazioni e nelle personali e collettive capacità espressive.
E’ in questo contesto che gli strumenti digitali non solo riescono a “sopravvivere” oltre ogni ragionevole speranza in una classe di adolescenti, ma anche a vedersi riconosciuto un valore operativo, culturale e sociale da coloro che solitamente ne esplorano esclusivamente le potenzialità ludiche.

venerdì 9 marzo 2012

Esperienze con i tablet

Parte proprio in questi giorni la mini sperimentazione con i tablet.
L’esperimento è mini sia per l’esiguità del numero dei dispositivi sia per l’approccio progettuale, che per tempi e documentazione è finora poco più di una bozza.
I tablet sono cinque Asus Eee Pad Transformer TF 101 senza la docking station che funge da tastiera; il sistema operativo è il noto Android recentemente aggiornato alla versione 4.
Insieme ai colleghi abbiamo deciso di concederli ai ragazzi che possono tenerli a scuola e portarseli a casa proprio per favorire l’uso e l’esperienza mobile: vera essenza naturale di questi dispositivi.
Abbiamo dovuto purtroppo privilegiare i ragazzi che possiedono un router wifi presso la propria abitazione perché, non prevedendo una connettività 3G, l’assenza della connessione domestica ne avrebbe penalizzato troppo l’esperienza.
Nell’idea progettuale è prevista la scrittura di un piccolo diario di bordo dove i ragazzi possono annotare tutte le impressioni relative all’uso del tablet, al funzionamento del sistema e all’uso di specifiche applicazioni.
In particolare abbiamo indicato un insieme di base di apps con le quali tutti, almeno in partenza devono condurre parte della sperimentazione e del proprio lavoro personale.
In particolare:
Polaris Office: (preistallata sul sistema) Suite di applicazioni simile e compatibile con Office
Movie Studio: (preistallata sul sistema) Simile a MovieMaker: per semplici montaggi video
Google SkyMap: Apps per l’esplorazione del cielo notturno
Google Earth: Apps del tutto simile alla nota applicazione per windows
MindJet: Apps per realizzare mappe mentali
Skitch: Apps per annotare su foto e immagini
xPiano: Apps che simula la tastiera del pianoforte
Ai ragazzi ho inoltre indicato le pagine che gestisco su scoop.it che ho dedicato ai sistemi Android. Un canale dove colleziono recensioni e segnalazioni su tutte le nuove e interessanti apps relative al mondo educational.
Rimanete sintonizzati per gli ulteriori sviluppi.

sabato 3 marzo 2012

Un post dal passato. Office Timeline

Anche in vacanza continuo a navigare e segnalare, quando mi capita di trovarne, qualche tools interessante.
Oggi ad esempio ho scoperto che esiste un Add-in chiamato Office Timeline che, integrandosi perfettamente con Power Point e usandone semplicemente i suoi oggetti da disegno, ci permette di realizzare belle ed efficaci linee del tempo.
Dopo aver scaricato e installato il pacchetto in PowerPoint comparirà una nuova barra degli strumenti (anzi forse dovrei dire una nuova Ribbon) chiamata proprio Office Timeline con la quale è possibile creare da zero e interamente in PowerPoint, una bellissima e colorata Timeline.
E' tutto veramente molto facile anche perché, almeno per le prove iniziali, vi è persino un wizard che vi guiderà passo passo alla realizzazione della vostra prima linea del tempo.
Insomma un plug-in veramente molto interessante soprattutto per coloro che utilizzano spesso le linee del tempo nel loro lavoro; attenzione però il tool sembra limitato alle versioni di Office 2007, 2010.

mercoledì 15 febbraio 2012

Un post dal passato. Human: anatomia in 3D

Da quando le ultime versioni dei browser più noti hanno incominciato a supportare standard 3D, è sempre più facile reperire in rete qualche applicazione che ne fa uso.
In ambito educational una delle più note è senza dubbio Google Body (ora Zigote-Body) che attraverso una simulazione tridimensionale del corpo umano permette di esplorare e isolare parti e funzioni anatomiche. Rimanendo nel settore medico-scientifico molto interessante è anche l'applicazione Human.
Ancora in fase beta Human si presenta come un'applicazione molto curata dal punto di vista grafico e, oltre alle magie del 3D, sembra aggiungere molte utili caratteristiche di analisi, studio e personalizzazione.
Insomma non solo un'alternativa ma uno strumento che senza dubbio troverà posto nella nostra cassetta digitale degli attrezzi .

sabato 11 febbraio 2012

Riflessioni didattiche - parte seconda

"Adottare" una LIM, in classe non è solo una questione di innovazione tecnologica. Come ho già avuto modo di osservare la sfida più impegnativa non riguarda strettamente le prestazioni e le competenze legate alla macchina ma la trasformazione, anche più complessa, di un certo modo di interpretare il proprio ruolo di docente, le proprie specificità didattiche, il lavoro di progettazione delle attività di apprendimento.
L’adozione di ogni nuova tecnologia influenza sempre nel profondo tutte le attività umane ad essa connessa, spesso lasciando intravvedere nuovi obiettivi o nuove soluzioni per vecchi problemi oppure, nei casi più fortunati,  portando innovazioni difficilmente prima immaginabili.
Se assumiamo questa prospettiva apparirà subito chiaro, così come scoprono presto i colleghi che hanno già avuto modo di confrontarsi, che l’ostacolo maggiore non sono le poche competenze specifiche al funzionamento della LIM, ma proprio il sentiero accidentato e poco battuto delle pratiche inusitate che in realtà stimola; pratiche lontane dalle rassicuranti esperienze consolidate, alle quali pure va riconosciuto il merito di essere funzionali ad un modo d’intendere e praticare la scuola.
In questo contesto, pur senza sbilanciarsi in giudizi di merito che non aggiungono nulla di positivo a questa discussione, adottare una lavagna interattiva multimediale nella propria classe significa prima di tutto raccogliere alcune importanti sfide che la modernità ha posto e porrà in modo sempre più pressante all’istituzione scolastica in generale, all’insegnante e alla sua professionalità in particolare.
Bisogna di conseguenza partire da una riflessione che impegni il docente ad investigare come le tecnologie digitali possono essere sfruttate a supporto della propria crescita professionale (accesso ai saperi, partecipazione a comunità online o ad attività di formazione in cui si faccia uso degli stessi strumenti tecnologici, ecc.) prima ancora di produrre lo sforzo della mediazione didattica.
Questa predisposizione, che va oltre la semplice acquisizione di competenze tecniche, permetterà la significativa mutazione del mezzo tecnologico in forma di espressione, in una serie di nuovi linguaggi con i quali tradurre le conoscenze e riorganizzare i saperi.
La trasformazione del dispositivo tecnico in linguaggio è la condizione necessaria affinché nell’innovazione si possa scorgere quel valore aggiunto che giustifica il costo professionale che implica ogni tipo di cambiamento.
Il dato tecnico è quindi solo uno dei risultati attesi, anzi quello più marginale; la vera risorsa è la ricchezza espressiva, sia in senso multimediale sia nel senso plurivoco, condiviso e distribuito proprio della Rete.

mercoledì 8 febbraio 2012

L'energia in un ebook

Proprio ieri sul sito web della classe è stato pubblicato un interessante lavoro fatto dai ragazzi durante le ore di Tecnologia.
La collega Nadia Brunetto, ispiratrice, curatrice e ideatrice dell'attività ha guidato le ricerche degli allievi alla realizzazione di un libro digitale sull'energia.
Si tratta di un lavoro interessante anche per le caratteristiche tecniche del prodotto che presenta tutta la ricchezza dell'interattività e della multimedialità.
L'interfaccia è quella classica del libro, con le pagine che si sfogliano ma con elementi e file di diverso tipo: testi, immagini, file audio, video e tutta la versatilità delle animazioni Flash.
Il compito è stato molto stimolante e gratificante per gli allievi che hanno visto i loro sforzi realizzarsi in un ebook da condividire e consultare in rete.
Il software adoperato è Didapages e il suo utilizzo è gratuito solo per l'uso educativo e non commerciale.
Buona lettura :)

martedì 7 febbraio 2012

Safer internet day 2012

Oggi è il safer internet day 2012: la giornata europea dedicata alla sicurezza in rete dei Ragazzi.
Di sicurezza ne abbiamo parlato spesso anche nei post di questo blog ed è bene tenere alta la guardia anche se si ritiene di avere un buon grado di esperienza.
"Connecting Generations" è il tema scelto quest'anno poiché l’obiettivo è quello di incoraggiare la comunicazione tra adulti e bambini/adolescenti e di promuovere il dialogo tra generazioni sui temi dei nuovi media.
Le iniziative sono molte e differenziate su tutta la rete e probabilmente sarà sufficiente tenere d'occhio siti e blog informativi per averne un panorama dettagliato.
Per facilitarvi il compito vi segnalo qualche link già oggetto della nostra attenzione dove reperire materiale informativo o trovare risorse importanti sul tema.
Inoltre potete rileggere qualche post interessante sull'argomento: Nuovi compiti e cittadinanze, Sui rischi del web, Sicurezza online

mercoledì 1 febbraio 2012

Riflessioni didattiche - parte prima

Negli ultimi anni, almeno dall’inizio degli anni 2000, le applicazioni e le funzioni dei computer si sono totalmente evolute verso la rete che, da forma di organizzazione tecnica, è diventata principio organizzatore di nuovi rapporti nella cultura e nella società: qualcuno chiama tutto ciò web 2.0.
Al centro di questa evoluzione c’è “un approccio ‘filosofico’ alla rete che ne connota la dimensione sociale, della condivisione, dell'autorialità rispetto alla mera fruizione: sebbene dal punto di vista tecnologico gli strumenti della rete possano apparire invariati (come forum, chat e blog, che ‘preesistevano’ già nel web 1.0) è proprio la modalità di utilizzo della rete ad aprire nuovi scenari fondati sulla compresenza nell'utente della possibilità di fruire e di creare/modificare i contenuti multimediali.” [cit]
Le implicazioni sulla cultura in generale e sulla formazione in particolare sono enormi, non solo perché la pervasività del mezzo è veramente impressionante ma anche perché le potenzialità informative e comunicative che i ragazzi hanno oggi a disposizione rivoluzionano totalmente la loro rappresentazione del mondo, i loro schemi cognitivi, le modalità di costruzione e accesso al sapere.
Simili problemi non possono essere marginalizzati da tutti coloro che si occupano delle nuove generazioni, a maggior ragione se di loro si è, pur a diversi livelli, responsabili della loro formazione. 
Le stesse istituzioni, in particolare la Commissione Europea, fin dal 2006 con la “Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio” fino alla più recente “Agenda digitale europea” [15/05/2010]* segnalano e favoriscono tutte le iniziative che approfondiscono e diffondono la “digital literacy” nella consapevolezza che senza tali competenze non sarà possibile pensare e costruire la società del futuro.
In un simile contesto la scuola si gioca il proprio futuro, non solo per gli anacronistici sistemi vigenti, ma anche per quel che le rimane di credibilità e autorevolezza: una scuola che non sa parlare ai giovani e un’istituzione afasica e inutile; incapace di imporre un proprio modello, verrà sommersa dall’agenda di altri soggetti più o meno competenti.
La sfida non è semplice, anche perché il piano del confronto deve essere quanto prima rovesciato: non è possibile pensare alla prima istituzione culturale di un paese tenuta in scacco da un fattore che dovrebbe governare.
Fino a quando la scuola, a tutti i suoi livelli, non sarà in grado gestire i nuovi fenomeni tecnologici che condizionano l’informazione e la comunicazione abdicherà a ciò che, per il futuro, sarà il suo obiettivo primario: la pianificazione e la gestione del progresso.
Anche la scuola quindi deve assumere un nuovo atteggiamento volto ad interpretare l'alfabetizzazione tecnologica come “la capacità matura di partecipare in modo creativo, critico e responsabile alle scelte tecnologiche che sono al servizio della democrazia, della sostenibilità ambientale e di una società giusta” [cit.]

martedì 31 gennaio 2012

Un post dal passato. Donne nell'arte

Oggi riprendo un post dal blog della 1D. Marzia ha scovato questo interessantissimo video, “Donne nell'Arte”, diretto da Philip Scott Johnson che è un inno fantastico dedicato alla storia dell'arte attraverso le immagini delle donne. Questo filmato, caricato su molti siti di video sharing ha creato una vera e propria euforia su Internet. E’ un vero capolavoro di arte digitale, in termini di padronanza tecnica e creatività artistica. Philip ha creato 15 altri video interessanti, disponibili su YouTube, con un famoso software di morphing di immagini. L'opera d'arte è stata utilizzata per creare il film “Women in Art”.

venerdì 27 gennaio 2012

L’educazione deve rendere più umani

Riprendo e cito un articolo di Paolo Farinella su Il Fatto Quotidiano

Anniek Cojean dice che un preside di liceo americano aveva l’abitudine di scrivere, ad ogni inizio di anno scolastico, una lettera ai suoi insegnanti. La seguente:

«Caro professore,
sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: camere a gas costruite da ingegneri istruiti; bambini uccisi con  veleno da medici ben formati; lattanti uccisi da infermiere provette; donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiore e università. Diffido – quindi – dall’educazione. La mia richiesta è: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti. La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani».

(Fonte: Anniek Cojean, Les mémoires de la Shoah, in Le Monde del 29 aprile 1995).

27 gennaio «Giorno della memoria»

domenica 22 gennaio 2012

Tre e quattro cose...: la prima

Ogni tanto, a fiammate improvvise, si apre il dibattito sull'uso delle nuove tecnologie a scuola. É di oggi (22/01/12) un articolo su Repubblica che riprende la querelle che questa volta ha preso avvio dalle note dichiarazioni del ministro Profumo ribattute dal linguista Simone (Repubblica del 12 gennaio) che esprimeva più di qualche dubbio sull'uso dei dispositivi digitali a scuola.
Il tema è appassionante e ormai il dibattito annovera così tante voci autorevoli che non aggiungerò sicuramente la mia, anche se la sensazione di una generale approssimazione e disinformazione, probabilmente dovuta alla semplificazione giornalistica, prevale.
Solo nella regione Piemonte infatti sono circa dieci anni che scuole diverse di diverso ordine e grado stanno sperimentando il digitale a scuola: le progettazioni sono numerose e varie, basterebbe informarsi meglio per averne il panorama completo.
Inoltre quest'anno sta giungendo a conclusione una sperimentazione di livello nazionale denominata Cl@ssi 2.0. Partita nel 2009 ha coinvolto 156 classi di scuola media in tutta Italia cui il ministero ha concesso ben 30mila euro perché i consigli di classe potessero sperimentare e modificare l'ambiente di apprendimento attraverso le tecnologie digitali.
Devo dire che dal mio ristretto osservatorio, comunque privilegiato, dato che sono un referente di una di queste cl@ssi 2.0, continuano ad esserci molte cose che mi sfuggono.
La prima è il completo isolamento che queste classi, sicuramente la mia, hanno con il mondo esterno; soprattutto con quegli ambienti che, almeno a parole e articoli, appaiono maggiormente interessati al tema dell'innovazione nella formazione.
Non c'è stata un'istituzione universitaria interessata al nostro percorso, neppure quella designata dal ministero a farci da tutor. Non ci sono state istituzioni culturali, fondazioni, case editrici ecc. interessate a co-sperimentare un percorso condiviso tanto meno attente ai risultati; erano molto più solerti nel redigere preventivi e offerte, a loro dire, irrinunciabili.
Di aziende  o privati in generale interessati non parliamone neppure; sperimentazione e ricerca nel nostro paese sono oggetti sconosciuti, se poi bisogna rimetterci pure qualche centinaia di euro suonano come bestemmie.
La lista delle criticità sarebbe lunga e complessa, altrettanto articolati sarebbero i report delle diverse azioni messe in campo e delle piccole ma significative innovazioni che abbiamo potuto sperimentare in questi tre anni.
Se a qualcuno interessa...