sabato 29 maggio 2010

Non solo Learning Object


Parlando delle cl@ssi 2.0 ma in generale di tutti gli interventi e i progetti volti a assecondare e favorire la penetrazione delle TIC anche nel mondo della scuola, ci si imbatte spesso nella discussione sui supporti alla didattica.
La partita, che si è di fatto aperta anche in italia, investe molte istituzioni culturali, in primis le case  editrici, che, come possiamo facilmente immaginare, interessate anche al nuovo mercato delle tecnologie didattiche propongono, salvo rarissime eccezioni, oggetti cognitivi chiusi e proprietari spesso ancorati a concezioni della didattica molto distanti dalle prospettive contemporanee e future legate alle nuove tecnologie. Il rischio maggiore tuttavia non è quello di rimanere ancorati ad una concezione della didattica già usurata prima ancora che vegna sperimentata ma, almeno a mio avviso, l'ulteriore dispersione delle intelligenze chiamate ad operare su questi software.
Uno sguardo, anche distratto, alle esperienze mondiali, soprattutto in ambito anglosassone, rivela come ormai la grande maggioranza delle esperienze sia dedicata all'ingegnerizzazione di applicazioni e servizi che, usufruibili via web e spesso in modo gratuito, forniscono tools didattici che meglio si adattano alle pratiche di condivisione e apprendimento collaborativo.
Il panorama italiano in questo senso è francamente desolante; non ci sono né università né case editrici nè fondazioni ecc. che operano nel settore e che mettano a disposizione delle scuole, degli insegnati e degli allievi ambienti, applicazioni e servizi del genere.
Nel nostro paese se si riesce ad utilizzare questi servizi è grazie alla relativa incidenza del fattore linguistico ma laddove l'esperienza passa anche attraverso tali codici si è costretti all'abbandono.
Questo sito è uno dei tanti che indicizza l'enorme disponibilità di applicazioni in ambito didattico presenti sul web, tutte rigorosamente in lingua inglese.

sabato 22 maggio 2010

Scambio file: una possibile soluzione

Cercavamo, una collega ed io, una soluzione al proliferare incontrollato di chiavette USB e password con le relative perdite di tempo e, soprattutto di sicurezza, nello scambio dei files con i nostri allievi.
Curiosando fra vari blog e siti dedicati alla didattica, ho letto del servizio messo a disposizione da Drop.io e di alcune sue particolari funzionalità.
Prima di tutto l'estrema semplicità di utilizzo: crearsi uno spazio è veramente molto veloce, il tempo di trovare un url non ancora utilizzato da un altro utente.
Effettuata l'operazione abbiamo uno spazio raggiungibile via web sul quale i visitatori potranno lasciare e scaricare qualsiasi tipo di file. Il servizio può essere ulteriormente personalizzato con l'inserimento di una password amministratore che permetterà di controllare meglio operazioni e permessi con i file conservati. C'è inoltre la possibilità di utilizzare un semplice quanto efficace add-on per FireFox, con il quale basterà trascinare i file da condividere, e un simpatico Widget che, con poche linee di codice, permette di aggiungere funzioni di upload direttamente dal vostro blog. Unica limitazione riscontrata è il limite dei 100Mb che si supera con la versione a pagamento del servizio.

domenica 9 maggio 2010

Competenze dei nativi

Nativi, "vale a dire pienamente capaci di trarre tutte le implicature dell'attività comunicativa, rendendone esplicite tutte le risorse. (...) La competenza comunicativa è un'abilità così complessa che si può ben pretenderla come prova di natività (...) non riguarda infatti la pura competenza linguistica (...) bensì la capacità di comunicare attraverso il linguaggio".
U. Volli, Lezioni di filosofia della comunicazione, Laterza, 2008
Questa distinzione fra competenza linguistica e comunicativa sembra rendere ragione dell'apparente contraddizione che si evidenzia ogni qual volta si cerchino di valutare le specifiche abilità dei nativi digitali.
E' frequente il caso di ragazzi che, rispondendo a test sulle conoscenze informatiche,
dichiarano notevoli capacità solo perché sanno giocare con rapidità o chattare con molti amici.
Tutto ciò sembra, al minimo, un'ingenuità, frutto di superficialità e incompetenza.
Si tratta invece di un'approccio totalmente diverso alla macchina; per i nativi essa è trasparente: non importa come fa ma che cosa fa; prima di tutto provo ad entrare in contatto poi ne imparerò il linguaggio. E' simile all'atteggiamento dello studioso di una lingua straniera che invece di avvalersi di dizionari per la traduzione si cala dirattemente nel constesto socio-culturale in cui quella lingua è in uso.
La capacità di gestire e operare con un software attiene più alla conoscenza di un codice operativo che prevede univoche risposte della macchina a seguito di precise indicazioni dell'operatore.
Lo sforzo di impadronirsi di un linguaggio per relazionarsi con la macchina è tipicamente da immigrato; lo schema della relazione per quanto avanzato è ancora quello della traduzione da un linguaggio ad un altro.
Nella prospettiva del nativo non c'è la macchina ma il contesto comunicativo che essa crea, i linguaggi non  sono un problema perché ogni contatto è prima di tutto un'epifania effimera di 
codici che, grazie alla comunità, crescono e si rafforzano seguendone il suoi destini.

lunedì 3 maggio 2010

Tecnologie emergenti

Il nuovo Horizon Report 2010 segnala sei specifiche tecnologie per il loro possibile impatto sulla didattica, l’apprendimento e in generale nelle espressioni artistico-creative legate alla scuola. Il rapporto mette in evidenza come oramai molte attività legate all’apprendimento e all’educazione, seppure sottovalutate e non riconosciute, avvengono al di fuori dell’istituzione scolastica.
Le stesse modalità di insegnamento, gli strumenti utilizzati seguono a  fatica le innovazioni sociali e culturali e male si adattano alle dinamiche giovanili sempre in più rapido cambiamento. Nel contempo le “Digital media literacy” continuano a crescere di importanza fra le competenze chiave in molte discipline e professioni.
In un contesto in cui le nuove tecnologie legate al web continuano a produrre profondi cambiamenti nel modo di lavorare, comunicare e collaborare, sembra opportuno mantenere alta l’attenzione verso le prossime innovazioni significative. Il documento quindi passa in rassegna sei tecnologie chiave suddivise per il probabile tempo di adozione e maturazione: a breve termine si imporranno il cloud computing e gli ambienti collaborativi. Rispettivamente tecnologia e spazio virtuale indispensabili alla realizzazione di ambienti di collaborazione e condivisione, di risorse e di idee.
A medio termine appare realistico pensare all’appredimento con i giochi e ai dispositivi mobili: modalità diverse di approccio all’apprendimento; la prima legata ai concetti di simulazione e esplorazione di esperienze sociali o orientate allo scopo, le seconde alle enormi potenzialità anche in ambito didattico dei dispositivi mobili: cellulari e smartphone.
Non rimane che gettare lo sguardo più lontano dove troviamo altre due interessanti sviluppi delle tecnologie software e hardware: la realtà aumentata (Augmented Reality) e i display flessibili.
Il documento “Horizon Report 2010” è naturalmente molto più ricco e completo rispetto a queste poche righe di presentazione ad esso dedicate, non solo per gli approfondimenti relativi alle tecnologie citate ma anche per molti link che, per ogni sezione, rimandano a siti di esempio o di documentazione.